Fin dalla nascita, le orecchie dei bambini fungono da catalizzatore per lo sviluppo delle capacità di comunicazione e apprendimento; già dagli 8-9 mesi di vita i bambini iniziano a comprendere i termini più comuni come “mamma” o “papà” ed entro l’anno cominciano a proferire le prime parole di senso compiuto, per poi incrementare il proprio vocabolario fino a circa 150 parole e arrivare a uno sviluppo completo entro i 5 anni.
Possono esserci problemi uditivi se il bambino:
Questi comportamenti non devono essere sottovalutati, poiché la mancanza di udito nella fase della crescita rappresenta un vero e proprio handicap per lo sviluppo delle facoltà cognitive.
Rivolgersi al pediatra è essenziale per avere una prima valutazione medica ed eventuali indicazioni sui controlli specialistici da effettuare. Una volta accertata la presenza di un’ipoacusia, occorre identificarne le cause e misurarne l’entità attraverso un esame audiometrico comportamentale per bambini ed eventuali altri accertamenti specialistici tra cui la timpanometria, esami comportamentali specifici come l’AMBO test o i potenziali evocati uditivi.
Quando c’è un’ipacusia conclamata bisogna intervenire tempestivamente in modo da non interrompere il normale sviluppo dell’udito e delle facoltà cognitive, anche con protesi acustica; i dispositivi più moderni sono infatti efficaci e non invasivi, e consentono ai bambini d’interagire con gli strumenti multimediali più comuni come TV, stereo, computer e telefoni.